mercoledì 30 novembre 2011

Tornando a casa in mezzo alla nebbia mi sono ricordata di una gita in Val d’Aosta in una bella giornata di sole.

                   
.  
  
Il Monte Bianco era veramente maestoso
                                                                       
A questo punto direte: ‘Ma abbiamo sbagliato blog? Qui non si parla di vino?’
Certo! E siccome vi porto sempre in posti inusuali, dove non avreste mai pensato di poter degustare del vino, del buon vino, vorrei presentarvi un bianco del Monte Bianco. Non è un gioco di parole.
    
Si tratta del Piagne, che potete trovare in qualche enoteca ben fornita a Milano, ma visto che ‘il gioco vale la candela’ vi consiglierei di andare a recuperarla direttamente alla Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, ai piedi appunto del Monte Bianco.




La filosofia produttiva del Blanc de Morgex et de La Salle La Piagne si basa sul rispetto totale delle caratteristiche e della tipicità che l’uva del Prié Blanc può apportare ad un vino prodotto a 1050 metri sul livello del mare.
Il vigneto denominato “La Piagne” rappresenta la sola testimonianza nella Valdigne di un clos cioè un vigneto circondato da muri, tipico della tradizione della Borgogna.. L’imponenza dei muri di sostegno, la presenza di una cantina scavata nella montagna, fa di questo appezzamento un gioiello paesaggistico unico sul panorama viticolo alpino.




La bottiglia della Piagne viene sigillata con un tappo in vetro, al fine di preservare integralmente il vino da componenti esterni all’area di produzione. La Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, è stata una delle prime aziende in Italia ad adottare questo tipo di chiusura. Oltre al piacere di scoprire  un vino così ‘montanaro’, credetemi che ritrovarsi un tappo di vetro al momento della stappatura è veramente una bella sorpresa.    



Il profumo ha delicate note di erbe alpine e luppolo che si fondono a una netta sensazione di pietra focaia.
Il sapore è di grande freschezza, oltre alle classiche note minerali si uniscono dolci sensazioni di mandorla, con un leggero retrogusto di fieno. Il finale sostenuto da una bella acidità lascia al palato una bella sensazione di cedro.





Abbinamento: da provare con una fetta di prosciutto di Saint Marcel o di Jambon de Bosses. Ottimo con la Toma di Gressoney o il Beaufort.
Non dimenticate mai che il migliore abbinamento con qualsiasi vino è quello con i prodotti locali per esaltare il gusto di entrambi






Quanto sopra è stato redatto su espressa richiesta di un amico che mi ha chiesto di parlare anche di vini più ‘vicini’ a noi. Spero di non essere andata troppo in alto questa volta.

sabato 19 novembre 2011



   UN SOGNO ……………… IL SUD AFRICA




A chi non piace viaggiare, scoprire posti nuovi, venire a contatto con realtà diverse dalle nostre che possono trasmetterci nuove emozioni?
Penso a ben pochi, ma non sempre ce lo possiamo permettere.
Sognare invece non costa niente e io sogno di poter visitare un giorno il Sud Africa.
Questo Sud Africa?















Sicuramente sì, ma soprattutto sogno di poter abitare in una casa come questa …



Perché il mio sogno è scoprire una parte non molto conosciuta di questo paese:

   
           I SUOI VINI


La storia del vino in Sud Africa ha tradizioni ultracentenarie che risalgono all'epoca della Compagnia Olandese delle Indie che, nel 1652, a seguito della istituzione di uno scalo di ristoro a Capo di Buona Speranza, impiantò tralci di vite provenienti dall'Europa. Poi un ulteriore sviluppo della produzione di uve e dei primi vini venne nel 1686 nella culla di Constantia, dove il primo governatore Olandese van der Stel piantò le sue vigne. Il vino che rese famoso il Paese, allora, e che tuttora è di fama mondiale, è un vino liquoroso ottenuto con uve moscato, il Constantia, prediletto da re e imperatori, tra cui lo stesso Napoleone, e amato anche dall'aristocrazia intellettuale europea del tempo. Tra gli altri nomi, Charles Dickens e Jane Austen.



Oggi il Sudafrica comprende ben 14 distretti produttivi che, oltre alle spettacolarità scenografiche in cui si estendono ovvero nelle Cape Winelands, situate a circa mezz'ora d'auto da Cape Town, offrono una grande varietà di uve e di vini che risentono dei contrasti tra il clima costiero, collinare, pianeggiante e addirittura montano.



Per i rossi, Cabernet Sauvignon,Merlot                            Pinotage (un incrocio tra Pinot Noir ed Hermitage creato in Sudafrica nel 1925)

Pinot Noir, Shiraz e, per i bianchi, Chardonnay, Chenin Blanc, Sauvignon Blanc, Semillon.




                             




                                                            
Oltre 100 mila ettari di produzione, da 4500 viticoltori e 340 cantine nei diversi distretti che vanno da quello storico di Constantia sui fianchi della Table Mountain    alle
zone desertiche di Klein Karoo

Ciò che contraddistingue i vini sudafricani da altri del Nuovo Mondo è che i bianchi del Sudafrica sono più raffinati (grazie alla temperatura notturna più fresca e al ridotto uso di barrique), i rossi sono più corposi, ma al stesso ricercati e morbidi.      

Se sono riuscita a interessarvi un po’ con questa breve storia, fatemelo sapere e sarò molto contenta di avervi come miei compagni di viaggio.

Loro ci stanno aspettando...

lunedì 14 novembre 2011

Sollecitata dagli influssi astrologici positivi sto preparando un post che racconterà di un paese lontano.
Questa anticipazione vuole semplicemente  rassicurare tutti i miei numerosi lettori che la strega non mi ha fatto sparire, anzi ...
A presto
daniwi

sabato 5 novembre 2011

                      
                          La collezione Massandra

Le cantine di Massandra furono costruite tra il 1894 e il 1897 per rifornire lo zar Nicola II durante la sua permanenza nella residenza estiva di Livadia sul Mar Nero, nei pressi di Yalta.




La località è un anfiteatro naturale protetto su tre lati dalle montagne e a sud si affaccia sul Mar Nero. Degli eccellenti minatori hanno scavati dei tunnel in queste montagne ricavando delle cantine su tre livelli, che corrono paralleli e ci sono sette tunnel su ogni livello. Le condizioni di queste cantine sono tra le migliori nel mondo.


Il principe Lev Segervich Golitzin fu nominato enologo a Massandra nel 1890 e vi rimase fino alla morte nel 1915. E’ difficile stabilire quando la collezione di vini di Massandra è iniziata. Certamente è stata arricchita, oltre che dai vini prodotti sul posto, anche da numerose bottiglie provenienti dall’Europa, soprattutto dalla Francia.






Ci sono bottiglie in questa collezione che risalgono al XVIII secolo. Durante un’asta di Sotheby del dicembre 2004 sono state vendute delle bottiglie datate 1837.  Naturalmente una di questa è stata prima aperta e degustata dagli esperti di Sotheby. Il vino era un Madeira Old Ribeiro Sekko. Colore aranciato. Aroma speziato con note di caramello e caffè. Giudizio finale: astonishing wine.








E’ incredibile pensare che dopo tanto tempo sia ancora possibile degustare un vino che ha mantenuto anzi migliorato le sue caratteristiche.





Il mondo del vino è pieno di curiosità e può riservare tante emozioni oltre al piacere di degustarlo, ricordandosi sempre la moderazione.


                                            *  *  *  *  *  *  *
*  *  *  * *    E per finire una nota astrologica:       *  *  *

venerdì 11 novembre Marte entrerà nel segno della Vergine e insieme a Giove, già dal 4 giugno nel segno del Toro, formerà dei trigoni molto positivi per tutti i segni di Terra (Toro, Vergine, Capricorno)

Ah dimenticavo, il segno del Capricorno è considerato il migliore per quanto riguarda la degustazione dei vini (vedi il mio profilo ...)