L'immagine mostra una donna coronata su un trono le
cui colonne vengono simboleggiate da fiamme contorte. Il corpo è girato: torace
e braccia sono diretti in avanti, faccia e ventre, invece, sono girati verso
sinistra, ossia verso futuro. Il busto forte indica la forza materna e il loto
fiorito che tiene nella mano la fecondità.
L'aquila bicipite è il simbolo del cambiamento e della rinascita. Il pellicano che nutre i piccoli con il proprio sangue è un segno di infinita dedizione e di amore materno.
Nell'Imperatrice riconosciamo la Grande Madre che sta all'origine di tutte le forme di vita. Ella è la forza infinita della natura, la fonte incessante che mostra il nostro potenziale creativo e la nostra capacità di creare delle novità. Ella rappresenta anche la necessità di sciogliere le vecchie strutture della vita per lasciare spazio a quelle nuove per riuscire a scoprire il mistero della vita.
Nell'ambito lavorativo questa carta significa che ci troviamo in una fase nella quale vengono liberate grandi energie. La carta significa anche la volontà di cambiare, rinnovare, crescere e impegnarsi in altri rami della vita lavorativa. Sia nel settore materiale, che in quello emotivo, questa carta rafforza la necessità di aprirsi alle influenze esterne, di farsi penetrare dalla loro forza e crearne qualcosa di nuovo.
Nella relazione questa carta significa cambiamenti e innovazioni. Ci possono essere sviluppi generalmente piacevoli, oppure possiamo incontrare il suo aspetto scuro che ci costringe a dare nuove fondamenta ai sentimenti. Anche se, finchè non saranno eliminati tutti i vecchi involucri delle emozioni vuote, l'anima dovrà prima passare attraverso il fuoco. Solo dopo ci sentiremo in grado di creare una nuova base emotiva sulle esperienze del passato e di intraprendere nell'anima un nuovo legame che porti in sè la capacità di cambiamento.
L'aquila bicipite è il simbolo del cambiamento e della rinascita. Il pellicano che nutre i piccoli con il proprio sangue è un segno di infinita dedizione e di amore materno.
Nell'Imperatrice riconosciamo la Grande Madre che sta all'origine di tutte le forme di vita. Ella è la forza infinita della natura, la fonte incessante che mostra il nostro potenziale creativo e la nostra capacità di creare delle novità. Ella rappresenta anche la necessità di sciogliere le vecchie strutture della vita per lasciare spazio a quelle nuove per riuscire a scoprire il mistero della vita.
Nell'ambito lavorativo questa carta significa che ci troviamo in una fase nella quale vengono liberate grandi energie. La carta significa anche la volontà di cambiare, rinnovare, crescere e impegnarsi in altri rami della vita lavorativa. Sia nel settore materiale, che in quello emotivo, questa carta rafforza la necessità di aprirsi alle influenze esterne, di farsi penetrare dalla loro forza e crearne qualcosa di nuovo.
Nella relazione questa carta significa cambiamenti e innovazioni. Ci possono essere sviluppi generalmente piacevoli, oppure possiamo incontrare il suo aspetto scuro che ci costringe a dare nuove fondamenta ai sentimenti. Anche se, finchè non saranno eliminati tutti i vecchi involucri delle emozioni vuote, l'anima dovrà prima passare attraverso il fuoco. Solo dopo ci sentiremo in grado di creare una nuova base emotiva sulle esperienze del passato e di intraprendere nell'anima un nuovo legame che porti in sè la capacità di cambiamento.
Mi riconosco in questa
carta e quindi non posso che abbinarla a uno dei vini che preferisco, il
merlot. C’è poi un’altra ragione che scoprirete alla fine, se avrete la
pazienza di leggere …
Secondo recenti indagini
storiche, pare che questo vitigno sia stato notato per la prima volta in
Francia intorno al 1850 alla foce della Garonna, dove i viticoltori nel loro
dialetto tra il francese e lo spagnolo, lo chiamavano: “lou seme dou flube”, il
seme del fiume.
Il merlot secondo altre
ricerche arriva dalla parte atlantica dei Pirenei e deve il suo nome al colore
delle bacche simili al colore delle piume del merlo.
In Italia il merlot ci è
arrivato al seguito delle truppe napoleoniche che pare portassero le barbatelle
di alcuni vitigni francesi per colonizzare il territorio conquistato.
Il merlot è presente in
alcune regioni italiane, in Lombardia, in Friuli, in Toscana, nel Lazio, in Campania e in Sicilia, dove ha ottenuto
un successo incredibile, andando a completare la gamma di vini rossi della
regione.
Il merlot è un vino dotato
di buona versatilità, quando giovane e poco alcolico si può consumare a tutto
pasto, in abbinamento a primi piatti con ragù di carne; più invecchiato e
strutturato con carni di manzo o cacciagione; ottimo sui formaggi, anche
stagionati.
Quando si parla di Merlot
non si può dimenticare Château Petrus.
Petrus è l’icona di Pomerol (Bordeaux),
probabilmente il rosso che più attrae, conosciuto da appassionati e non, da
collezionisti di tutto il mondo, tanto che una bottiglia può costare 2000,
3000, 4000 euro a seconda dell’annata e dalla circostanza.
Certo si potrebbe discutere ore, giornisull’elevatissimo
prezzo, se giustificabile o meno in rapporto al valore del vino. Resta il fatto che Petrus è entrato nell’olimpo dei vini quindi sfugge a ogni ragione logica;
pensate sia corretto il prezzo di una borsa di Louis Vuitton o un abito di
Prada … ?
Chi mi conosce sa bene che non sono avvezza a degustare e
parlare di questi vini, bottiglie destinate a portafogli molto ben riforniti e
indicate a quelle persone che fanno dell’etichetta un vanto. Però, una volta
nella vita, vorrei proprio degustare 'ce vin de femme qui plâit aux hommes' ... da vera imperatrice …